“Poesia Estemporanea. Accademia di poesia estemporanea data a Vienna dal sig. Antonio Bindocci”

A detailed review of Antonio Bandocci’s well-received performance at the imperial court in Vienna, where he improvised on six themes in different verse-forms and was rewarded by the emperor with a diamond ring. An ottavo stanza from his improvised poem on “The Death of Count Ugolino” is included.

Performer Name:
Bindocci
Performance Venue:
Vienna
Performance Date:
9 February 1833
Author:
 
Date Written:
1833
Language:
Italian
Publication Title:
L’Eco, giornale di scienze, lettere, arti, mode e teatri
Article Title:
Poesia Estemporanea. Accademia di poesia estemporanea data a Vienna dal sig. Antonio Bindocci
Page Numbers:
27: 107
Additional Info:
 
Publisher:
 
Place of Publication:
Venezia
Date Published:
1833

Text:

Il giorno 9 di febbraio a Vienna l'improvvisatore signor Antonio Bindocci, avvocato senese, ebbe l'alto onore di far prova del suo talento alla presenza della famiglia Imperiale. Questa accademia d'improvviso fu data fra le due commedie "La Saetta" (Der Biltzstrahl) ed il numero 777. La suprema Direzione dai Teatri di Corte si era riserbata la scelta dei diversi argomenti. I sedici temi scelti, tutti spiritosi, interessanti, e capaci sotto ogni aspetto di essere trattati poeticamente, furono all'istante in cui doveva incominciare l'accademia consegnati in un piego sigillato all'Improvvisatore, letti ed indi gettati in un'urna; dopo di che il signor Laroche, attore dell'I.R. Teatro di Corte, ne estrasse sei che lesse al Pubblico.

Il sig. Bindocci incominciò con un'ode cantata coll'accompagnamento di cembalo sul tema, "Il Campo Santo di Pisa" pel qual argomento uno degli astanti diede il ritornello seguente: "Prova il campo dei sepolti –Dei vivienti la virtù." L'improvviso fu pieno di bellezze poetiche, e di erudizione intorno ai fatti ed ai costumi degli antichi non solo, ma anche dei moderni che hanno relazione a questo argomento, e ne tessè un caratteristico e ben ordinato quadro.

Il secondo soggetto fu l'elogio di Cosimo de' Medici. Per trattarlo il sig. Bindocci scelse la forma del Sonetto colle rime dategli dal Pubblico: fra queste rime trovaronsene varie affatto sconvenienti al tema, ma la straordinaria abilità del poeta, il quale appunto in questo genere di poesia sa connettere in un ben ordinato insieme le idee più disparate fra loro, superò tutte le difficoltà. Gli applausi degli uditori, quasi elettrizzati, interruppero ad ogni strofa il suo canto, e terminato il Sonetto divennero tumultuosi, nè volevano terminare.

Il terzo tema fu La morte del Conte Ugolino. L'Improvvisatore prese per questo argomento l'ottava rima, e per ognuna delle ottave si fece dare la rima del primo verso dal Pubblico. La bella e poetica scusa da lui fatta incominciando, perchè osasse cantare un tal soggetto doopo l'immortale Dante, fu udita dal Pubblico con indicibile entusiasmo. Grande interesse risvegliò la descrizione da lui fatta con maestria dell'orrenda storia del disperato padre in mezzo a' figli che un dopo l'altro muoiono di fame. La terribile espressione sì nei versi, come nel tuono, nello sguardo e nell'attitudine con cui il poeta seppe accompagnarli, esaltò l'animo degli uditori, e provò quanto lo stesso poeta penetrato si sentisse dell'altro argomento che trattava.

La quarta poesia sull'argomento, L'ultimo giorno del mondo, cantato sul cembalo, fu in istile d'elegia e persentò idee svariatissime, ma quasi tutte di genere malinconico. La poesia fu bella ma molto più originale sarebbe stata s'egli avesse trattato l'argomento da un lato comico, il che era possibilissimo.

Per il quinto tema, Il Carnevale, il poeta disse un sonetto per cui si fece dare le rime dal Pubblico. Il modo spiritoso e comico in cui egli trattò l'argomento, ed il sicuro sforzo nell'applicazione delle rime dategli, gli procacciarono i più vivi applausi.

Ma il più universale e decisivo effetto il sgi. Bindocci eraselo riserbato per la sua ultima poesia: Timido e Coraggioso. Egli si servì dell'idea di questo difficilissimo tema per l'attuale posizione sua d'improvvisatore, e con bellissimo modo mostrò, come il suo felice coraggio solo, aveva potuto in quel giorno, procurargli il gran bene dell'alto favore di cui era onorato. Non perdendo un momento di vista l'argomento datogli, ci ricapitolò i cinque temi improvvisati prima, prese indi anche i temi non usciti dall'urna e sopra ognuno di essi pure improvvisò, nell'ordine in cui essi venivangli alla mano, aavvertendo sempre però di passare con alcune strofe e con ben intesa concessione da un tema all'altro. I soggetti dei dieci temi funo i seguenti: Alfieri e Schiller, Sentimenti che si provano al principio e d allafine di una festa di ballo; gli Argonauti; Arte e Natura; Gelosia ed Amore; Colombo; Arrivo di Dante agli Elisi; Il primo giorno dell'Amore; Pregio della Patria; e Potere della fantasia. Con questo ultimo tema, applicandolo al suo improvvisatore, ritornò al tema in cui aveva fatto digressione, e terminò con una tenera e cordiale strofa diretta al PUbblico. Appena ritiratosi venne con tumultosi applausi chiamato sulla scena. Furono questi applausi così vivi ed universali che posson oservire al poeta di prova non dubbia che il talento vero e modesto, è sempre certo di ottenere la meritata distinzione.

Nel temadi Ugolino il sig. Bindocci cantò l'ottava seguente, la quale terminata con un verso di Dante eccitò un vero entusiasmo,

Torcea lo sguardo dall'rrendo pasto
Il Genitor nella prigione oscura,
Con la fame natura era in contrasto,
Ma nella fame vinse la natura;
Dunque vittima io solo, o Ciel, non basto?
Dicea l'oppresso nella sua sventura;
Pane i figli chiedean dolenti e tristi:
"Ahi dura terra, perchè non ti apristi?"

S.M. l'Imperatore si degnò, per prova dlla sua soddisfazione, di far rimettera al sig. Bindocci col mezzo di S.E. il Gran Ciambellano Conte di Czernin, un prezioso anello di brillanti.

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